L’anoressia nervosa (AN) è, insieme alla bulimia nervosa, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Ciò che contraddistingue l’anoressia nervosa è il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. Nelle forme più gravi possono svilupparsi malnutrizione, inedia, amenorrea ed emaciazione.

Le sue origini nosografiche sono molto antiche. Coinvolge nella sua evoluzione funzioni psicologiche, neuroendocrine, ormonali e metaboliche.

L’anoressia nervosa è una malattia, e non deve essere confusa con il sintomo chiamato anoressia, la cui presenza invece è indice di un differente stato patologico dell’individuo.

 

Eziologia dell’anoressia nervosa

Le cause dell’anoressia nervosa non sono del tutto chiare. Esistono in ogni caso dei motivi predisponenti di natura sia biologica, sia sociale, sia psicologica ai quali si sovrappongono dei fattori scatenanti che portano allo sviluppo della malattia.

 

Psicoterapia dell’anoressia nervosa

Oltre alla terapia farmacologica, negli ultimi anni è stata data molta importanza, nel piano di intervento terapeutico, alle forme di sostegno psicologico-clinico e di psicoterapia; si è dimostrata efficace l’azione di sostegno psicologico, e soprattutto quella psicoterapeutica finalizzata ad indagare e rielaborare le conflittualità emotive e relazionali che si traducono nel rifiuto del cibo.

Le psicoterapie possono essere individuali, familiari e di gruppo. Le terapie familiari, spesso desiderate dagli stessi componenti del gruppo familiare, chiamano in causa l’intero sistema relazionale del gruppo familiare, che è ritenuto avere un importante ruolo patogeno e patoplastico nella nascita, evoluzione e mantenimento del disturbo; tale forma di intervento clinico solitamente porta a buoni risultati.

 

 


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