La nevrosi d’angoscia è un disturbo nevrotico caratterizzato da una personalità ansiosa affetta da disturbo da panico (secondo il DSM-IV sono definiti anche con la denominazione “crisi di angoscia“).

Si evidenzia con angoscia e ipocondria persistenti nel tempo, uno squilibrio neuro-vegetativo e psico-somatico, disturbi del sonno, ipersensibilità caratteriale, turbe mentali, paura di morire, perdita dell’autocontrollo, pessimismo e fobie.

Tutto ciò è accompagnato da sintomi fisici, di fatti il paziente esperisce profondo disagio psichico, emotivo, fisico e comportamentale. Essendo una patologia egodistonica la persona è spinta a chiedere soccorso, perché consapevole che c’è qualcosa che non va, e sente il bisogno di un intervento specialistico.

I sintomi fisici presenti in questa patologia sono:

  • Disturbi respiratori: asma e dispnea;
  • Disturbi cardiovascolari: tachicardia sopra ventricolare, palpitazioni;
  • Disturbi gastrici: nausea, vomito, colite spastica, gastrite, ulcera, ecc;
  • Tremori e brividi;
  • Iperestesie: i pazienti temono il contatto per eccessiva sensibilità cutanea;
  • Ipertonia muscolare: cresce la concentrazione dell’enzima CPK (tipico dell’infarto);
  • Parestesie: alterazione della sensibilità degli arti e delle altre parti corporee.

Qualora entrambi i sintomi (psichici e fisici) dovessero peggiorare, il soggetto nevrotico rischia di sviluppare in futuro il disturbo d’ansia generalizzato.

La prognosi dipende:

  1. dalla resistenza che presenta l’Io nevrotico del soggetto,
  2. dalle situazioni poco favorevoli,
  3. dai trattamenti che sta seguendo, comprendenti sia la farmacoterapia che la psicoterapia.

 


Crediti immagine: asier_relampagoestudio

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