Dall’aiutare a proteggersi da alcuni tumori e malattie neuro-degenerative a causare ansia e insonnia, i ricercatori studiano da tempo come il caffè influisce sul cervello, sul corpo e sulla salute generale.
Data la popolarità del caffè, è sorprendente quanta confusione ci sia sul come questa bevanda influenzi la nostra biologia. Con il presente articolo cercheremo di fare maggiore chiarezza, usando molte ricerche scientifiche condotte negli ultimi anni, che troverete collegate a fine articolo.

 

Ingredienti del caffè

I principali ingredienti biologicamente attivi nel caffè sono la caffeina (uno stimolante) e un corollario di antiossidanti. Ma cosa sappiamo del modo in cui la caffeina e gli antiossidanti influenzano il nostro corpo?

Le proprietà stimolanti della caffeina fanno sì che si possa contare su una tazza di caffè per svegliarsi. In effetti, il caffè, o almeno la caffeina che contiene, è la droga psicoattiva più comunemente usata al mondo.1  Sembra funzionare come stimolante bloccando l’adenosina, che favorisce il sonno, dal legame al suo recettore.

La caffeina e l’adenosina hanno strutture ad anello simili. La caffeina agisce come una sorta di imitazione molecolare, riempiendo e bloccando il recettore dell’adenosina, inibendo in tal modo la naturale capacità del corpo di riposare quando è stanco.

Questo blocco è anche il motivo per cui troppo caffè può farci sentire nervosi o insonni. Rimandare l’affaticamento per tanto tempo prima che i sistemi regolatori del corpo inizino a fallire, produrrà nervosismo, ma anche a effetti più gravi come l’ansia o l’insonnia1. Queste complicazioni possono essere piuttosto comuni; un possibile legame tra bere caffè e insonnia venne identificato addirittura più di 100 anni fa.2

 

Reazioni uniche al caffè

Diverse persone rispondono alla caffeina in modo diverso. Almeno una parte di questa variazione deriva dall’avere diverse forme del recettore dell’adenosina,3 la molecola a cui la caffeina si lega e blocca. Ma la ricerca ci suggerisce che molto probabilmente ci sono anche altri punti di variazione genetica.4

Ci sono poi molte persone che non elaborano la caffeina e per le quali bevande come il caffè potrebbero rappresentare addirittura un pericolo medico.5 Anche lontano da questi estremi, tuttavia, c’è una variazione nel modo in cui rispondiamo ad una tazza di caffè. E, come avviene in gran parte della biologia, quella variazione è in funzione dell’ambiente, del pregresso consumo di caffè e della genetica.

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In uno studio condotto su ratti, la caffeina ha innescato una contrazione della muscolatura liscia, quindi è possibile che la caffeina promuova direttamente l’attività intestinale.6 Altri studi, tuttavia, hanno dimostrato che il caffè decaffeinato può avere un effetto tanto forte sull’attività intestinale quanto quello del caffè normale, suggerendo un meccanismo più complesso che coinvolge alcune delle altre molecole nel caffè.7

 

Benefici degli antiossidanti nel caffè

I processi metabolici producono l’energia necessaria per la vita, ma creano anche rifiuti, spesso sotto forma di molecole ossidate che possono divenire dannose per loro stesse o per altre molecole che potrebbero esserne danneggiate.8

Gli antiossidanti sono un ampio gruppo di molecole che possono eliminare i rifiuti metabolici pericolosi; tutti gli organismi producono antiossidanti come parte del loro bilancio metabolico. Non è ancora chiaro se integrare la nostra dieta con antiossidanti aggiuntivi possa aumentare queste difese naturali, ma ciò non ha fermato la diffusione di dichiarazioni entusiastiche. Gli antiossidanti sono stati collegati a quasi tutto, inclusa l’eiaculazione precoce.9

 

Caffè, cancro e altre malattie

Purtroppo, negli anni, ci sono state diverse odiose speculazioni sul web circa miracolosi effetti anti-tumorali del caffè. Precisiamo quindi subito che il caffè non curerà mai il cancro. Detto ciò, è possibile sostenere, alla luce di evidenze empiriche, che il caffè può aiutare a prevenire alcune forme tumorali e, forse, anche altre malattie.10

Parte della risposta alla domanda sulla connessione del caffè al cancro sta nel formularne un’altra: che cos’è il cancro? Nella sua forma più semplice, il cancro è una crescita cellulare incontrollata, che riguarda fondamentalmente la regolazione di quando dei geni vengono espressi (o non espressi) attivamente.

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Gli antiossidanti nel caffè possono effettivamente avere un effetto antitumorale, in virtù del fatto che gli antiossidanti contrastano i danni cellulari. Un tipo di danno che possono aiutare a ridurre sono le mutazioni del DNA, e il cancro è infatti causato da mutazioni che portano ad una errata regolazione dei geni. Gli studi hanno dimostrato che il consumo di caffè combatte il cancro nei ratti. Altri studi condotti sull’uomo hanno dimostrato che il consumo di caffè è associato a tassi più bassi di alcuni tumori.11

È interessante notare come il consumo di caffè sia stato anche collegato a tassi ridotti di altre malattie. Un maggiore consumo di caffè è legato a tassi più bassi di morbo di Parkinson e ad altre forme di demenza.12 Sorprendentemente, almeno uno studio sperimentale su topi e colture cellulari mostra che la protezione è una funzione di una combinazione tra caffeina e antiossidanti nel caffè.13
Infine, un maggiore consumo di caffè è stato anche collegato a tassi più bassi di diabete di tipo 2. 14

Per concludere, complessità, effetti combinati e variazione tra individui sembrano essere il tema di tutte le malattie.

Quindi semplificare i concetti, sperando nelle cure miracolose che spesso vengono proposte sulle condivisioni nei social network, è sempre una attività discutibile.

 

 

Fonti

  1. Caffeine and the central nervous system: mechanisms of action, biochemical, metabolic and psychostimulant effects“. Astrid Nehliga, Jean-Luc Davala, Gérard Debry
    doi.org/10.1016/0165-0173(92)90012-B
  2. The Influence of Caffein Alkaloid on the Quality and Amount of Sleep” The American Journal of Psychology, Vol. 23, No. 1 (Jan., 1912), pp. 89-100 (12 pages), Published by: University of Illinois Press
    doi.org/10.2307/1413116
  3. A Genetic Variation in the Adenosine A2A Receptor Gene (ADORA2A) Contributes to Individual Sensitivity to Caffeine Effects on Sleep“. J V Rétey, M Adam, R Khatami, U Luhmann, H Jung, W Berger, H‐P Landolt
    doi.org/10.1038/sj.clpt.6100102
  4. Sequence variants at CYP1A1–CYP1A2 and AHR associate with coffee consumption“. Patrick Sulem, Daniel F. Gudbjartsson, Frank Geller, Inga Prokopenko, Bjarke Feenstra, Katja K.H. Aben, Barbara Franke, Martin den Heijer, Peter Kovacs, Michael Stumvoll, Reedik Mägi, Lisa R. Yanek, Lewis C. Becker, Heather A. Boyd, Simon N. Stacey, G. Bragi Walters, Adalbjorg Jonasdottir, Gudmar Thorleifsson, Hilma Holm, Sigurjon A. Gudjonsson, Thorunn Rafnar, Gyda Björnsdottir, Diane M. Becker, Mads Melbye, Augustine Kong, Anke Tönjes, Thorgeir Thorgeirsson, Unnur Thorsteinsdottir, Lambertus A. Kiemeney, Kari Stefansson
    doi.org/10.1093/hmg/ddr086
  5. Neurobehavioral hazard identification and characterization for caffeine“. Duncan Turnbull, Joseph V. Rodricks, Gregory F. Mariano
    doi.org/10.1016/j.yrtph.2015.12.002
  6. IN VIVO AND IN VITRO EFFECTS OF COFFEE ON GUT MICROBIOTA AND SMOOTH MUSCLE CONTRACTILITY IN RATS“, Shrilakshmi Hegde, Daniel Shi, You-Min Lin, Xuan-Zheng P. Shi
    doi.org/10.1016/S0016-5085(19)38364-7
  7. Effect of coffee on distal colon function“. S R Brown, P A Cann, N W Read
    doi.org/10.1136/gut.31.4.450
  8. Antioxidant and Antiradical Activity of Coffee“. Alexander Yashin, Yakov Yashin, Jing Yuan Wang, Boris Nemzer
    doi.org/10.3390/antiox2040230
  9. EJACULATORY DISORDERS: Serum Antioxidant Enzymes and Malondialdehyde Levels in Patients with Premature Ejaculation Before and After Pharmacotherapy“. Murad Atmaca, Figen Karadag, Ertan Tezcan
    doi.org/10.1111/j.1743-6109.2005.20236.x
  10. Nonclassical Regulation of Transcription: Interchromosomal Interactions at the Malic enzyme Locus of Drosophila melanogaster“. Thomas E. Lum, Thomas J. S. Merritt
    doi.org/10.1534/genetics.111.133231
  11. Coffee consumption vs. cancer risk – a review of scientific data“. Wierzejska R.
  12. Caffeine Exposure and the Risk of Parkinson’s Disease: A Systematic Review and Meta-Analysis of Observational Studiess“. Costa, João; Lunet, Nuno; Santos, Catarina; Santos, João; Vaz-Carneiro, António
    doi.org/10.3233/JAD-2010-091525
  13. Synergistic neuroprotection by coffee components eicosanoyl-5-hydroxytryptamide and caffeine in models of Parkinson’s disease and DLB“. Run Yan, Jie Zhang, Hye-Jin Park, Eun S. Park, Stephanie Oh, Haiyan Zheng, Eunsung Junn, Michael Voronkov, Jeffry B. Stock, and View ORCID ProfileM. Maral Mouradian
    doi.org/10.1073/pnas.1813365115
  14. Caffeinated and caffeine-free beverages and risk of type 2 diabetes“. Shilpa N Bhupathiraju, An Pan, Vasanti S Malik, JoAnn E Manson, Walter C Willett, Rob M van Dam, Frank B Hu
    doi.org/10.3945/ajcn.112.048603
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Crediti immagine: Valeria Aksakova