Le differenze individuali nelle misurazioni psicofisiologiche sembrano influenzare le caratteristiche di personalità nelle femmine adolescenti che sono state esposte a maltrattamento minorile, secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Development and Psychopathology.

Sappiamo che il maltrattamento sui minori è un grave problema di salute pubblica che influenza a lungo termine la salute fisica e mentale delle vittime. A livello eziologico, sappiamo già che nello sviluppo di disturbi mentali oltre ad esperienze di vita avverse subentrano elementi di personalità come l’estroversione ed il nevroticismo, i quali hanno un ruolo sia come fattori di rischio che di resilienza“, ha affermato l’autore dello studio Raha Hassan della McMaster University.

Si sa invece molto meno su quali fattori influenzano la personalità negli individui che hanno subito maltrattamenti minorili. Mi sono pertanto interessato ad esaminare se i fattori fisiologici precedentemente implicati nella reattività e nella regolazione potessero informarci sullo sviluppo della personalità nei soggetti maltrattati“.

I ricercatori hanno esaminato 55 ragazze adolescenti che avevano subito maltrattamenti durante l’infanzia e un gruppo di controllo di 25 ragazze adolescenti che erano state abbinate ai partecipanti maltrattati per età, sesso e luogo di provenienza. I soggetti partecipanti sono stati sottoposti a test di elettroencefalogramma ed elettrocardiogramma per valutare l’attività cerebrale e la variabilità della frequenza cardiaca, quindi si è aggiunto uno strumento di misurazione della personalità.

Le partecipanti al gruppo delle maltrattate sono state valutate di nuovo 6 e 12 mesi dopo la loro prima visita.

I ricercatori hanno scoperto che i soggetti maltrattati con attività cerebrale frontale inferiore sinistra tendevano a diventare nel tempo più estroversi, mentre quelli con una minore variazione della frequenza cardiaca durante il ciclo respiratorio tendevano a diventare più nevrotici.

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I risultati indicano che “la personalità può essere influenzata in qualsiasi momento da fattori fisiologici che supportano il modo in cui reagiamo e interagiamo con il nostro ambiente“, ha detto Hassan.

Lo studio fornisce anche supporto alla teoria della personalità di Hans Jürgen Eysenck. “Quasi 70 anni fa, Eysenck ha proposto un modello di personalità a due fattori in cui ha sostenuto che le differenze individuali di estroversione e nevroticismo avevano una base biologica“, hanno scritto i ricercatori nel loro studio.

La teoria di Eysenck “proponeva che l’estroversione fosse sostenuta da sotto-attivazione cronica, e questo fattore motivava e facilitava comportamenti correlati all’approccio (estroversione), mentre il nevroticismo era in gran parte sostenuto da sovra-attivazione, e ciò motivava e facilitava dei comportamenti correlati all’evitamento“.

Spero che i professionisti della salute mentale apprendano che i primi teorici della personalità, come Eysenck, ci forniscono modelli preziosi per lo sviluppo umano, i quali possono estendersi a persone esposte ad avversità nella prima infanzia“, ha detto Hassan.

Lo studio – come tutte le ricerche – include alcune limitazioni. “L’avvertimento più importante da tenere a mente è che non siamo stati in grado di raccogliere dati in tre momenti nei soggetti del gruppo di controllo, come invece abbiamo fatto con i partecipanti del gruppo dei maltrattati minorili“, ha detto Hassan.

Per questi motivi, non possiamo determinare se vi fossero differenze tra i partecipanti maltrattati e di controllo nell’influenza della fisiologia sulle traiettorie delle caratteristiche di personalità, impedendoci di determinare se i risultati riportati erano dovuti a differenze individuali nella personalità o agli effetti del maltrattamento. Sarebbe utile replicare questo studio in futuro con un gruppo di controllo seguito nel tempo per chiarire questi aspetti“.

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Lo studio

 


Crediti immagine: jcomp